Onorevoli Colleghi! - L'iniziativa legislativa che si sottopone alla Vostra attenzione, in attesa di una regolamentazione europea in materia, ha la finalità di rafforzare e di proteggere sotto il profilo normativo un settore, quello dell'acquacoltura biologica, che vede il nostro Paese, primo in Europa per produzioni biologiche, battistrada per lo sviluppo completo delle coltivazioni.
      L'approvazione di una disciplina nazionale ufficiale, di un marchio e di un sistema di certificazioni e norme di controllo può rappresentare un punto di riferimento per ogni futura evoluzione del quadro normativo comunitario e fornire un'importante opportunità per le imprese italiane del settore che potranno proporre sul mercato interno e internazionale il primo prodotto biologico da allevamento ittico garantito da una legge dello Stato.
      Il settore si configura attualmente come l'attività di produzione di cibo a più elevato tasso di crescita su scala mondiale e secondo dati dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), al contrario di quella della pesca che mantiene un sostanziale equilibrio rispetto agli ultimi anni, la quota di pertinenza dell'allevamento sul totale della produzione ittica mondiale è in incremento e si attesta sul 30 per cento del totale, raggiungendo una produzione nel totale dei Paesi dell'Unione europea di 1,3 milioni di tonnellate.
      L'allevamento ittico in Italia ha tradizioni solide, particolarmente radicate nelle lagune e nelle valli del delta padano. Oggi, con oltre 260.000 tonnellate di produzione, l'acquacoltura nazionale ricopre un ruolo importante per fronteggiare parzialmente il pesante deficit della bilancia ittica, con una importazione ormai attestata attorno al 50 per cento dei consumi interni. La struttura produttiva del settore presenta elementi di forza e di maturità negli elevati professionalità e contenuto tecnologico degli allevamenti e in un sistema di controlli che consente di pervenire a produzioni di alto contenuto qualitativo, ma

 

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presenta anche fattori di debolezza consistenti, in particolare, nella struttura dei costi che espone le imprese nazionali all'agguerrita concorrenza di altri Paesi del bacino mediterraneo. Negli ultimi anni il forte calo dei prezzi al consumo delle specie marine ha provocato una significativa riduzione dei margini di redditività per le imprese nazionali che devono attrezzarsi per competere sempre più sul fronte della qualità, offrendo al consumatore un prodotto diversificato e con la massima garanzia di salubrità, in linea con la tendenza italiana verso un comparto agroalimentare di eccellenza.
      È evidente che l'esistenza di un mercato già affermato di prodotti biologici può costituire una opportunità interessante per le imprese italiane per qualificare e valorizzare ancora di più la produzione e proporre ai consumatori un'offerta innovativa.
      La presente proposta di legge, che si pone come finalità il miglioramento qualitativo del settore descritto, si compone nel complesso di quattro articoli: l'articolo 1 definisce le modalità per il riconoscimento delle produzioni dell'acquacoltura biologica e del relativo marchio e denominazione ufficiale, da utilizzare univocamente per l'immissione in commercio dei prodotti; con l'articolo 2 si definisce il regime di controllo e di certificazione, mentre l'articolo 3 introduce alcuni importanti incentivi finanziari necessari al decollo del settore e un finanziamento per le iniziative di promozione del marchio di riconoscimento nonché incentivi rivolti alle imprese per la fase di conversione degli impianti; l'articolo 4, infine, prevede il sistema delle sanzioni da applicare in caso di utilizzazione non autorizzata del marchio e della denominazione ufficiale dell'acquacoltura biologica.
 

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